L’ascesa dei micro-influencer

L’influencer marketing esiste da decenni, ne sentiamo costantemente parlare e l’abbiamo visto in tutte le forme, dai grandi brand come Nike che sfrutta le sue celebrità sportive, alla Coca Cola e le sue iconiche campagne di branding.

Questa forma di marketing, basata sull’influenza esercitata da alcuni soggetti sul potere d’acquisto di altri individui, molto spesso è collegata a grandi nomi e brand che si riuniscono per collaborare su un’idea.

Negli ultimi anni però abbiamo visto il termine micro-influencer comparire più frequentemente. Ma cosa significa? Questo nuovo concetto fa riferimento ad una nuova ondata di influencer, non celebrità di grande fama con milioni di follower, bensì influencer di fama minore che riescono ad influenzare ugualmente il proprio pubblico, anche se esso è costituito da numero di follower più contenuto.

Anche se non c’è una definizione tecnica per i micro-influencer, molti li classificano guardando il loro numero di follower o iscrizioni, che può variare da 1K a 100K.

Ma perché si parla oggi di micro-influencer? In questa pandemia, l’impatto sul marketing digitale dei micro-influencer è stato impressionante ed è destinato a crescere sempre di più. Ma vediamo il perché.

I micro-influencer hanno un alto coinvolgimento

Secondo un rapporto di Later e Fohr, i micro-influencer hanno numeri di coinvolgimento più alti di qualsiasi altro tipo di influencer, specialmente i nomi più grandi.

Con la pandemia, i micro-influencer hanno visto i tassi di coinvolgimento aumentare in media del 130%, mentre i canali Youtube stanno vedendo una crescita media del 304% mese dopo mese.

Ancora meglio, su Instagram, i micro-influencer hanno una media del 3,21% di tasso di engagement rispetto a una media dell’1,5% su tutti gli altri social network. Questo rende i micro-influencer su Instagram uno dei gruppi più impegnati del settore.

Scomponendo ulteriormente, i micro-influencer che si trovano nella fascia 0-25K follower hanno i più alti tassi di coinvolgimento, indipendentemente da qualsiasi genere e target, in più hanno una media del 7% sui loro feed, la più alta di qualsiasi tipo di influencer.

Questo significa che i brand riceveranno più ritorni investendo in piccoli influencer piuttosto che optare per uno più grande.

Le aziende sono disposte a dare una chance ai micro-influencer perché sono più economici

Si può dire che molte aziende stanno passando a strategie digital-first e diverse aziende sono disposte oggi a provare l’influencer marketing. Anche con un budget predisposto, il problema principale è che molte di queste aziende non investiranno centinaia di migliaia o milioni sin dall’inizio. Questo perché molte aziende stanno ancora testando le strategie e non sono disposte a spendere molti soldi su qualcosa che non è provato e testato.

Ciò significa che cercare di accaparrarsi un influencer famoso sarebbe fuori questione. Molte attività, invece, opteranno per influencer più piccoli, soprattutto all’interno delle nicchie in cui si trovano. Per esempio, in ambito tecnologico, optare per influencer all’interno di segmenti specifici come il cloud o l’AI è più allettante piuttosto che focalizzare i propri sforzi e il proprio budget su un influencer famoso, ma non con il giusto target.

Questo ci porta al prossimo punto che approfondiremo: gli “influencer specializzati”.

La crescita dei micro-influencer “specializzati”

Con il mercato degli influencer quasi incredibilmente saturo, la strategia di investire sul grande pubblico e guadagnare un enorme seguito non funzionerà più. Questo significa che più influencer si stanno ritagliando delle nicchie nei loro rispettivi settori.

Ciò vuol dire che all’interno di un settore come quello del food, gli influencer stanno scegliendo dei focus specifici come “cibi senza glutine e vegani”. Non solo, ma molti di questi ‘influencer’ si riferiscono a se stessi come ‘creatori’ per aiutare a distinguersi dal branco.

Naturalmente, questi creatori più specializzati guideranno la nuova ondata di influencer che entrano nel mercato per la prima volta. Questo è principalmente perché partire da zero risulta incredibilmente difficile, quindi molti puntano a lanciarsi in una parte più piccola del mercato per iniziare. Per la gran parte dei micro influencer, quanto detto diviene la proposta unica di valore che essi possono offrire rispetto ad altri influencer con un seguito maggiore. Le aziende sono particolarmente inclini a lavorare con questa tipologia di influencer, poiché essi hanno la capacità di rivolgersi a specifici mercati target che sono altrimenti impossibili da raggiungere.

I micro-influencer sono più predisposti alla collaborazione e sono più rilevanti

Si può dire che lavorare con i micro influencer è più facile rispetto a quelli più grandi, inoltre essi possono essere definiti più “rilevanti” se si vuole arrivare ad un pubblico mirato e più locale ed infine sono perfetti per le piccole imprese che cercano di avere un impatto sulla loro comunità.

Per i brand, il ROI dei micro-influencer si traduce tipicamente in un maggiore coinvolgimento con una base più rilevante di consumatori, meno richieste da parte degli influencer e un’etica di lavoro intelligente e veloce ( come riportato dagli specialisti di social marketing di VMLY & R August Lantay-Lefkovich).

Le aziende che cercano di lavorare con gli influencer vogliono flessibilità nei loro piani, ma allo stesso tempo è ugualmente importante collaborare con qualcuno che sia rilevante nel loro settore. È proprio qui che i micro-influencer brillano e sono più autentici!